Fumetto e istruzioni d’uso

Con piacere ritorno su questo argomento dato lo spunto offerto da DaZa con il suo articolo su Pubblicità e Fumetto.

Prima di tutto DaZa mostra un esempio eccezionale di istruzione a fumetti: il grandissimo Will Eisner che spiega alle truppe la manutenzione delle armi attraverso il suo linguaggio, il fumetto appunto.

cliente felice del suo acquisto

Difronte a cotanto precedente, difficile trovare qualcosa di adeguato. Le armi mi fanno un po’ impressione, ma il fumetto, e questa è un’altra delle sue caratteristiche (in questo caso specifico non troppo positiva) riporta tutto su di un piano più astratto e giocoso. Le istruzioni diventano in un certo senso divertenti, rimandano al nostro immaginario infantile ed è impossibile resistervi.

Il tema è caldo: le istruzioni d’uso sono parte integrante del prodotto e contribuiscono al suo successo (o insuccesso). Imparare ad usare un prodotto in modo semplice e gradevole è come trovare un bravo insegnante a scuola, uno di quelli che non annoia ma entusiasma, ché alla fine ti appassioni alla materia contro tutte le tue previsioni.

Questo video è stato proposto per il TED qualche mese fa e parla di come le istruzioni d’uso debbano imparare dal fumetto

Il problema alla fine è sempre lo stesso, il budget per la comunicazione tecnica delle aziende. Anche le istruzioni d’uso convenzionali, non fumettistiche, possono essere d’impatto, gradevoli ed efficaci, magari più adatte del fumetto in molti contesti.

M@RT quadro design paolo demoL’uso del colore da solo offre sicuramente maggiori possibilità al manuale. Tutto è colorato e luccicante, il grigio libretto istruzioni sembra sempre di più un vecchio libro noioso. Ad ogni modo, riprendendo le considerazioni fatte da DaZa è vero che l’illustratore tecnico mutua molte tecniche dal fumetto, come la suddivisione in vignette, la sequenza quasi cinematografica delle operazioni da svolgere, l’uso di elementi che rappresentano suoni o pericoli. Il fumetto ha già contaminato l’illustrazione tecnica, ma è nato prima l’uovo o la gallina?

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