Copyright e web

Stavo ragionando su come si concilia l’esigenza di tutelare i diritti di “proprietà” con la necessità di diffusione del materiale. Mi è capitato di vedere ad esempio, illustrazioni realizzate da noi per un nostro cliente riutilizzate da un suo concorrente! Sto parlando di materiale vettoriale, recuperato (o consegnato, ovviamente non da noi, altrimenti non sarebbe più nostro cliente 🙂 direttamente in pdf o nel formato nativo . Diciamo che a parte lo stupore e il disappunto, la reazione è stata di chiusura verso la diffusione on line. Anche se i file venissero riproposti rasterizzati.

Troppa ingenuità prima, ma forse anche adesso. Impossibile fermare il mondo.
Dare consigli non è il mio forte, esprimo solo opinioni:
bisogna essere sempre almento “2 chilometri avanti” sia con il prodotto che con il materiale di presentazione in modo che sia subito “vecchio”, già assorbito dal mercato e tu identificato come legittimo proprietario.
D’altronde dicono che la Toyota sia “100 anni avanti”

Senza banalizzare, e senza perdersi in discorsi legali in cui non sono preparata, nella rete si condividono e si diffondono contenuti e grazie alla visibilità che si ottiene si fanno affari.
Bisogna cercare di essere astuti e sfruttarne le potenzialità con consapevolezza senza dimenticare però un concetto che secondo me sta alla base di tutto: Trust (fiducia)

tra l’altro, vi segnalo un sito web 2.0 che fa da banca dati dei manuali istruzioni dei prodotti più diffusi. Avete acquistato un auto usata e avete il manuale solo in turco? magari potete trovarlo in italiano direttamente sul sito del produttore o magari, se lì non ci fosse, potreste trovarlo qui, condiviso da qualche utente (magari turco 🙂 che ha caricato la versione italiana!

http://diplodocs.it/

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  • chiara
    Posted at 20:48h, 21 Ottobre Rispondi

    La tecnologia ha modificato il concetto stesso di opera, di autore e di creatività..e molti sostengono che, per questo, non abbia più senso continuare a far leva sul tradizionale approccio proprietario.
    Fa riflettere Barlow che già nel 1994 scriveva: “Agli arbori dell’era virtuale le forme e le modalità di protezione sono oscure. In mancanza dei vecchi contenitori, quasi tutto ciò che conosciamo della proprietà intellettuale è sbagliato e dobbiamo disimpararlo. Dobbiamo guardare all’informazione in modo diverso. Dobbiamo immaginare forme di protezione che facciano assegnamento sull’etica e sulla tecnologia piuttosto che sul diritto. La crittografia sarà la base per proteggere la proprietà intellettuale. L’economia del futuro sarà basata sulle relazioni piuttosto che sul possesso. Essa sarà continua piuttosto che discreta. E infine, negli anni a venire, gli scambi tra gli uomini saranno più virtuali che fisici.”(The Economy of Ideas)
    Che ne dite?:-)

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