
Pittogrammi fra spiegazione e arte
Esistono pittogrammi standard ben codificati per esprimere concetti legati soprattutto al mondo delle avvertenze e delle normative tecniche, ma esistono anche molti casi particolari in cui un’immagine è utile e se questa non esiste bisogna inventarla! Spunto per questa riflessione un recente viaggio a Torino.
Infatti lo scorso fine settimana sono stata catapultata nella città della mole per il progetto Stampomatica presentato a The Others (in un ex carcere) in occasione di Artissima.
Una notte in gattabuia affina i sensi ed è così che mi sono ritrovata a fotografare e a riflettere su alcuni pittogrammi inconsueti.
Ecco quindi questa panoramica di pittogrammi da scale mobili…
In questo caso si è scelto di abbinare testo e immagine: il pittogramma ha la capacità di attrarre l’attenzione molto più del testo e ne aiuta la comprensione.
Il lavoro di noi grafici tecnici (se questa categoria esiste) è cercare di visualizzare messaggi più o meno complessi con un linguaggio di volta in volta tarato sull’utente.
Originale questo pittogramma fotografato all’interno della metropolitana in direzione Lingotto (all’Oval si svolge Artissima).
Il target del messaggio sono i bambini, per questo motivo si è scelto di comunicare con loro attraverso l’utilizzo di un personaggio (un orsetto) che attira l’attenzione dei più piccoli.
A dimostrazione della contemporaneità e della rilevanza del pittogramma nella cultura visiva contemporanea, ecco questa foto scattata nei padiglioni di Paratissima. Si tratta di una rielaborazione “artistica” dei segnali stradali.
Questo poi non l’avevo mani visto!
Se posso poi aggiungere una nota sulla città beh, è stata una piacevole sorpresa: fermento culturale e alimentare. Da golosa e curiosa quale sono non ho potuto esimermi dai classici torinesi, bicerin e finanziera fra tutti 🙂
Alessandro Stazi
Posted at 12:05h, 16 NovembreCiao Barbara. Bel post. E’ ormai stato assodato da moltissimie ricerche nel campo delle neuro-scienze e della psicologia cognitiva che simboli ed immagini hanno un’efficacia comunicativa sorprendente, che “scavalca” le barriere “razionali” della corteccia cerebrale e vanno a sollecitare meccanismi emotivi “profondi” che rafforzano il messaggio che si vuole dare.
Barbara Zen
Posted at 19:02h, 18 NovembreCiao Alessandro! Neuro-scienze e psicologia cognitiva sono campi da approfondire. La capacità di mettere in relazione discipline diverse è utile per raggiungere quell’efficacia comunicativa agognata, vale anche per discipline come sociologia e antropologia culturale. Vista l’impossibilità di essere tuttologi, oltre a leggere qualche buon saggio, secondo me è necessario essere curiosi e acuti osservatori delle reazioni che le persone hanno difronte alle cose.