Meccanismi di tutela dell’innovazione, un’esperienza formativa

Ultimamente ho avuto l’onore di partecipare come docente al corso per imprenditori e manager “Innovazione strategica e design thinking” organizzato da T-farm.

L’esperienza è stata molto stimolante:

– aziende di vari settori produttivi

– manager di aree molto tecniche

– imprenditori

– confronto con altri docenti

– format

Il corso si è svolto presso le Aziende partecipanti, a rotazione.

Più che una vera lezione, quasi una tavola rotonda punteggiata da interazioni continue e condotta con grande passione da Manuel Bordignon.

Vi chiederete di cosa ho parlato.

Meccanismi di tutela dell’innovazione.

Prima di me, la lezione ha toccato i temi della brevettazione, della sua efficacia, dei suoi costi grazie agli interventi di Guido Delluniversità dello studio Barzanò & Zanardo.

Io ho approfondito i meccanismi alternativi che attraverso la diffusione della conoscenza creano di fatto la “proprietà” dell’innovazione e, anche insieme al brevetto, aiutano a dimostrare e a tutelare l’innovazione stessa.

Ma non mi interessa parlare di quello che ho detto io, idee peraltro già proposte più volte in questo blog, ma raccontarvi dell’esperienza di entrare in Azienda in modo nuovo, di incontrare professionalità con le quali abitualmente non ho rapporti.

Qui in veneto le aziende mediamente non sono molto grandi, ma in questa circostanza ho incontrato realtà molto complesse.

In particolare quelle legate al settore dell’automotive ” si portano dietro tutta la complessità delle aziende automobilistiche”.

E così, stimolante è stato l’incontro con FIAMM e Mevis, il confronto con Taplast, Vitec  ed Euromeccanica.

Beh, Vitec la conoscevo già piuttosto bene, avendo lavorato per alcune aziende del gruppo, ma non avevo mai interagito con l’area presente al corso.

Manager ed imprenditori portatori ognuno di una visione sull’azienda, sul mercato, sull’innovazione. Anche se, lo devo ammettere, il tema delle istruzioni d’uso non ha avuto grandi problemi a venire recepito come strumento di marketing e di tutela, quello della condivisione in senso più ampio ha trovato alcune resistenze. Ma penso sia normale 😉

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